In tempi di crisi economica capita, non di rado, che chi ha contratto uno o più debiti possa trovarsi in una situazione di difficoltà finanziaria. Cosa succede se non si pagano i debiti? Quali sono i rischi e le conseguenze per il debitore che non ha soldi e ha debiti non pagati?
La prima conseguenza quando non si possono pagare i debiti è quella, se non si è nullatenenti, di vedere aggredito il patrimonio mobiliare o immobiliare. Contrariamente a quanto si possa pensare, infatti, non pagare i propri debiti non è un reato penale di per sé, salvo in casi fraudolenti, ma come stabilisce l’articolo 2740 del Codice civile: «Il debitore risponde dell’adempimento delle obbligazioni con tutti i suoi beni presenti e futuri».
Questo vuol dire che nel momento in cui il debitore non riesce a pagare le somme dovute, al di là di chi sia il creditore, la conseguenza è sempre il rischio del pignoramento dei beni, mobili e immobili, dello stipendio, della pensione o del conto corrente nella misura di un quinto.
È importante ricordare che la legge prevede delle procedure per ottenere l’esdebitazione, ossia la cancellazione dei debiti non pagati.
Scopriamo, quindi, cosa succede quando non si riescono a pagare i debiti e quali sono i limiti entro cui il debito non è più esigibile, ossia non può più essere riscattato o richiesto.
Quando non devo più pagare un debito: la prescrizione
Bisogna ricordare che i debiti normalmente si prescrivono entro il termine di 10 anni, salvo che la legge non preveda altri termini e, trascorso questo lasso di tempo non sarà più possibile agire per il recupero dei crediti. Per esempio, la legge prevede che alcuni debiti si prescrivano in cinque anni come:
- le annualità delle rendite perpetue o vitalizie;
- il capitale nominale dei titoli di Stato emessi al portatore;
- le annualità delle pensioni alimentari;
- le pigioni delle case, i fitti dei beni rustici e ogni altro corrispettivo di locazioni;
- gli interessi e, in generale, tutto ciò che deve pagarsi periodicamente ad anno o in termini più brevi;
- le indennità spettanti per la cessazione del rapporto di lavoro.
Cosa succede se il debitore è nullatente?
Chi è il debitore nullatenente? Si considera nullatenente il debitore che non ha fonti di reddito come stipendio, pensione o sussidi sociali. Per essere considerato tale, il debitore non deve possedere alcun bene di proprietà, mobile (come auto o moto) o immobile. Infatti, nel caso in cui si è debitori ma nullatenenti si è esentati dalla procedura di esecuzione forzata e dal pignoramento dei beni, dal momento che questi non ci sono. Per sintetizzare, si definisce nullatenente chi:
• non ha reddito da lavoro oppure ha una pensione minima che non supera i 672,76 euro;
• ha una pensione di invalidità o un rimborso per risarcimento danni;
• ha solo la prima casa di residenza o nessun immobile;
• non ha beni mobili;
• non ha conto corrente.
Questo, però, non vuol dire che per il debitore nullatenente non ci saranno conseguenze. Infatti, come abbiamo visto il Codice civile prevede che il debitore risponda dei sui inadempimenti con i beni presenti e futuri. Inoltre, non bisogna dimenticare che gli eredi diventano responsabili dei crediti e dei debiti del defunto solo dopo aver accettato l’eredità, indipendentemente dalla forma dell’eredità.
Debiti non pagati: quando scatta il pignoramento dei beni?
Prima del pignoramento dei beni, il creditore agirà nei confronti del debitore attraverso il cosiddetto decreto ingiuntivo, ossia l’atto con cui il giudice chiede al debitore il pagamento di una somma dovuta. Si tratta di un mezzo, quindi, previsto dalla legge a disposizione del creditore per poter ottenere in tempi brevi ciò di cui ha diritto.
È richiesto, per procedere con il decreto ingiuntivo, che il creditore fornisca prova scritta del credito. Se il debitore, però, nonostante i solleciti di pagamento, la messa in mora e l’attuazione della procedura esecutiva continua a non pagare il debito dovuto a questo punto il creditore può procedere con il pignoramento e l’espropriazione forzata dei beni del debitore.
Quando non vengono pagati i debiti e quindi il creditore non riceve quanto dovuto entro i tempi previsti, può procedere con il pignoramento dei beni del debitore, in particolare può rivalersi su:
• beni mobili;
• beni immobili;
• redditi da stipendio o pensione;
• conti correnti.
Debiti non pagati: cosa rischia il coniuge o convivente?
Cosa succede al coniuge o convivente di un debitore che ha debiti non pagati? Non sempre il coniuge o convivente rischia di vedere aggredito il proprio patrimonio in caso di debiti non pagati del marito/moglie. Infatti, se si è in regime di separazione dei beni il creditore potrà aggredire solo il patrimonio del debitore, quindi i debiti contratti non hanno conseguenze per i beni comuni dei coniugi né per il patrimonio persone di chi non è debitore.
In caso, invece, di regime di comunione dei beni i debiti contratti da uno dei due coniugi possono ripercuotersi sul patrimonio comune, ovvero sui beni comuni. Quindi, il pignoramento può estendersi sul 50% del valore del bene comune e se il bene viene venduto, la metà del ricavato deve essere restituita al coniuge non debitore.
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