Quando si vive il dramma del pignoramento della propria casa, è naturale cercare vie d’uscita. L’idea di perdere la casa, in cui hai investito buona parte dei tuoi risparmi, genera tristezza e frustrazione. Tra le prime soluzioni che ti verranno in mente c’è sicuramente quella di trovare un modo per bloccare il pignoramento della casa.
Continua a leggere questo articolo per scoprire in quali casi è possibile bloccare il pignoramento immobiliare e qual è la soluzione che azzera definitivamente il tuo debito.
Quando si può impugnare un pignoramento?
Per bloccare il pignoramento della casa, il proprietario deve impugnare il pignoramento e giustificare l’opposizione. I motivi che giustificano questa opposizione al pignoramento possono essere:
- il credito fatto valere nei confronti del debitore è inesistente;
- il debitore ha già saldato il debito prima dell’avvio della procedura;
- la cifra da saldare richiesta dai creditori è superiore all’importo effettivamente dovuto dal debitore;
- è stato disposto il pignoramento del tuo immobile nonostante il debitore sia un’altra persona.
Opporsi al pignoramento in uno di questi casi è più che giusto e, con moltissima probabilità, il Giudice competente riterrà il pignoramento infondato.
Qualora mancasse una reale motivazione, opporsi ai creditori tentando di bloccare il pignoramento della casa ha poco senso. Il debitore può guadagnare un po’ di tempo, ma si ritroverà nel giro di poco ad avere lo stesso problema di prima. Non solo: con molta probabilità sarà anche aumentato il totale del debito.
Come opporsi e bloccare il pignoramento e l’esecuzione forzata?
Il termine per opporsi al decreto ingiuntivo, l’atto che notifica l’inizio del pignoramento, è di quaranta giorni a partire da quando questo viene notificato al debitore (Articolo 641 del Codice di Procedura Civile).
Il debitore ha la possibilità di opporsi al decreto ingiuntivo anche se è scaduto il termine stabilito dalla legge. Ciò è possibile unicamente nel caso in cui il contratto su cui si fondano le pretese del creditore contenga delle clausole vessatorie.
Le clausole vessatorie in un contratto di credito
Questi alcuni esempi di clausole vessatorie all’interno di un contratto di credito:
- il tasso di interesse è troppo alto rispetto al fisso di riferimento e sconfina nell’usura;
- le disposizioni di legge non sono state rispettate;
- all’interno del contratto sono presenti delle clausole che prevedono la facoltà della banca di modificare in via unilaterale le condizioni del mutuo senza doverne informare immediatamente il cliente.
Opporsi al pignoramento evita l’asta immobiliare?
Come abbiamo visto, a meno che l’opposizione non sia realmente fondata, è molto improbabile che si riesca a bloccare il pignoramento immobiliare. Se l’opposizione verrà accolta, inizierà un nuovo processo. Se però all’interno del contratto sono assenti le clausole vessatorie o non ci sono situazioni che giustificano un’opposizione di questo tipo, il debitore si ritroverà al punto di partenza.
La casa sarà destinata a finire all’asta, finale che dovresti evitare con tutte le tue forze. La vendita forzata del bene, infatti, potrebbe non risolvere comunque la tua situazione. Durante le aste immobiliari si innescano meccanismi che fanno sì che il prezzo delle case diminuisca notevolmente. Di conseguenza, alla fine della procedura ti ritrovi senza la casa e con ancora i debiti perché la vendita non è riuscita a ripagarli.
C’è però una soluzione che ti permette di evitare la svendita dell’immobile e che ti porta all’estinzione di tutti i tuoi debiti.
La soluzione che azzera il tuo debito
Se la tua casa è stata pignorata o è sull’orlo di esserlo, evita che l’immobile venga svenduto all’asta se non riesci più a pagare il mutuo. Per trovare la soluzione che più fa al caso tuo, devi affidarti a dei professionisti specializzati in materia di debito e pignoramento e nella trattativa con i creditori.
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